La Reggia di Caserta è indiscutibilmente uno dei simboli del nostro passato. Sede storica dei regnanti di Napoli fin dall’indipendenza, la Reggia ebbe un ruolo importantissimo nella storia di Napoli e dell’Italia intera, oltre a simboleggiare una nazione che è stata grande.

Il palazzo fu fatto costruire per ordine di Carlo I di Borbone, al tempo Re di Napoli, nel 1752. A Re Carlo si devono importantissime costruzioni, come il San Carlo, la Reggia di Portici e di Capodimonte, che fecero di il più importante centro della cultura del tempo.

 

L’intenzione era quella di realizzare un palazzo reale che fosse degno della dinastia dei Borbone, non meno imponente della reggia di Versailles. Il luogo scelto per l’allestimento del mastodontico cantiere furono le campagne di Caserta, un luogo oltremodo florido, non molto distante dalla capitale, e decisamente meno “sensibile” ad attacchi esterni via mare. Dopo aver acquistato (a prezzo scontato) il terreno dal duca Michelangelo Caetani (che aveva avuto trascorsi antiborbonici) il progetto fu affidato all’allora già celebre architetto Luigi Vanvitelli.

Vanvitelli, congruamente alle richieste del Re, fece attuare un piano urbanistico su larga scala attorno al sito del cantiere, pianificando strade, percorsi e, di principale importanza, ordinando la costruzione dell’Acquedotto Carolino, che doveva attraversare San Leucio e distribuire acqua -oltre che per le monumentali fontane della Reggia- a tutte le costruzioni confinanti.

La costruzione, affidata a manovali a basso costo (i così detti ‘barbareschi’, reperiti sulle navi pirata del nord Africa durante le operazioni di repressione piratesca attuate dalle navi napoletane in quel periodo), durò circa 20 anni e impiegò un investimento economico non indifferente.

Nel frattempo Carlo III salì al trono di Spagna e la Reggia rimase parzialmente incompiuta fino alla morte di Vanvitelli padre, per essere poi terminata da Carlo, figlio del suddetto. In gran parte a quest’ultimo fu affidata la realizzazione del Parco che, pur ridotto rispetto alle misure iniziali, risulta essere un magistrale lavoro di prospettiva: su diversi livelli si distribuiscono sei fontane, tutte “servite” dalla Grande Cascata, visibile fin dall’ombra della Reggia, che distribuisce acqua all’intero Parco.