CIRCA 400 DIPINTI, OLTRE A SCULTURE E ALTRI OGGETTI, GIACEVANO DIMENTICATI DA DECENNI. MOLTE OPERE SONO STATE RITROVATE IN GRAVE STATO DI DETERIORAMENTO E DOVRANNO ESSERE SOTTOPOSTE A RESTAURO.

Napoli Maschio Angioino via Wikipedia Photos by Luca aless

Era dimenticato da decenni, nei sotterranei di Maschio Angioino a Napoli, un prezioso patrimonio di circa 400 dipinti (ma anche sculture, parti di arredamento), ritrovato per caso grazie a dei sopralluoghi effettuati a novembre 2020 per verificare se fossero avvenuti allagamenti e danni a seguito del maltempo. Ciò che i tecnici del Comune hanno rinvenuto, una volta scesi nel piano che si trova sotto al calpestio del cortile, sono state opere di Luca Giordano, Paolo De Matteis, Jacopo Cestaro, Giacinto Diano, Francesco De Mura, Giuseppe Bonito, Agostino Beltrano, Giacinto Diano, Onofrio Avellino e altri pittori appartenenti alla scuola napoletana, molte di queste in grave stato di deterioramento. Particolarmente significativo è stato il ritrovamento di una Madonna del Rosario e Santi Domenicani di Luca Giordano, larga 4 metri e alta 2,64 metri, che sarà prossimamente sottoposto a restauro con lo scopo di essere esposto, appena possibile, nel Museo di Castel Nuovo.

LE OPERE RITROVATE A MASCHIO ANGIOINO A NAPOLI

Al momento del ritrovamento sono stati prontamente avvertiti il sindaco Luigi De Magistris, il Comune e la Soprintendenza, intervenuta per mettere in sicurezza le opere, catalogarle e valutarne le condizioni. La collezione entrerà naturalmente a far parte del patrimonio del Comune – una speciale commissione tecnica è stata incaricata per stimarne l’esatto valore – che nel frattempo ha stanziato 150mila euro per i primi interventi. Ma come è possibile, ci si domanda, che un nucleo di tale importanza sia finito nel dimenticatoio, abbandonato in un luogo tutt’altro che appropriato? I documenti stilati a seguito delle ispezioni parlano di opere “custodite in inadeguati depositi”, constatando “il degrado del patrimonio artistico custodito nei depositi in pessime condizioni di Castel Nuovo”.

IL TERREMOTO DEL 1980 E LE OPERE DIMENTICATE PER DECENNI

L’ipotesi più probabile è che la collocazione del tesoro d’arte nei sotterranei di Maschio Angioino sia avvenuta nel 1980 a seguito del Terremoto dell’Irpinia. In quell’occasione il Comune, in accordo con la Soprintendenza, prelevò le numerose opere della collezione civica dai loro edifici, affidandole ai musei cittadini per metterle al riparo da furti e ulteriori danni. Le opere furono distribuite in varie sedi, come Capodimonte, Palazzo Reale, Palazzo San Giacomo e infine al Maschio Angioino, dove sarebbero state dimenticate del tutto. Una strategia che, messa in atto per tutelare il patrimonio, ha finito per rivelarsi ancora più dannosa.