Il Vesuvio, da vulcano a maestro di vita per i napoletani
Il Vesuvio è il vulcano più famoso della terra ed è anche l’unico attivo dell’Europa continentale.
È un tipico esempio di vulcano a recinto costituito da un cono esterno tronco, il Monte Somma (1133 metri), con cinta craterica, in gran parte demolita, entro la quale si trova un cono più piccolo rappresentato dal Vesuvio (1281 metri), separati da un avvallamento chiamato Valle del Gigante, parte dell’antica caldera, dove in seguito, probabilmente durante l’eruzione del 79 d.C., si formò il Gran Cono o Vesuvio. Dunque, il Vesuvio è figlio dell’eruzione del Monte Somma.
A sua volta, la Valle del Gigante si divide nel cosiddetto “Atrio del Cavallo” ad ovest e nella Valle dell’Inferno ad est.
Tutte le zone alle pendici della montagna sono da considerarsi formate da terreni trasportati da lave di fango e cumuli di scorie laviche, che precipitati allo stato incandescente e dilagati verso le basse pendici, hanno reso la terra ai piedi del Vesuvio particolarmente fertile, ricca di silicio e potassio, elementi preziosi per la vegetazione.
Nonostante sia tra i più pericolosi al mondo, “il rapporto tra il napoletano e il Vesuvio è un dialogo quotidiano. Non è un vulcano, è una persona di famiglia. Ogni napoletano in un momento della giornata guarda là e pensa. Pensa pure se non lo sa che sta pensando. É un rapporto anche involontario di parole non dette, una telepatia di emozioni. Nelle giornate più fredde, incamminandosi lungo il bordo del cratere, tenendo lo sguardo puntato verso il mare, si coglie l’intera estensione della parte meridionale del vulcano e, in giornate nitide con buona visibilità, si assiste ad un panorama mozzafiato, tutto il Golfo di Napoli dalla Penisola Sorrentina e Capri fino a Capo Miseno, Procida e Ischia sono proprio lì, ai vostri piedi. C.G.